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Beppe Fenoglio nasce ad Alba, in Piemonte, nel 1922. Qui Fenoglio frequenta le scuole fino al liceo per poi iscriversi all’Università degli Studi di Torino. Nel 1943 viene richiamato alle armi ed è costretto a interrompere gli studi: Fenoglio partecipa così alla guerra, prima come ufficiale e poi, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, come partigiano nella formazione attiva nelle Langhe piemontesi. La vocazione per la letteratura e la partecipazione alla Resistenza segnano profondamente l’intera vita di Fenoglio. Quest’ultima costituisce il tema centrale della sua produzione letteraria: egli stesso si definisce scrittore e partigiano ed esige che questa duplice qualifica che sia inscritta sulla sua tomba. Altro elemento importante della sua formazione culturale è la profonda conoscenza della lingua e della letteratura inglese, evidenziata dal frequente uso di parole ed espressioni inglesi nelle sue opere. Il suo esordio letterario avviene nel 1952 con la pubblicazione della raccolta di racconti I ventitré giorni della città di Alba, dedicati alla guerra partigiana e alla vita nell’Italia del secondo Dopoguerra. Nel corso della sua carriera Fenoglio scrive diversi altri racconti, alcuni dei quali pubblicati in rivista e altri editi dopo la sua scomparsa (del 1995 è la raccolta Diciotto racconti). Due soli sono i romanzi pubblicati in vita: La malora (1954) e Primavera di bellezza (1959). Nel 1963, infatti, Fenoglio muore in seguito al degenerare della tubercolosi e a complicazioni respiratorie. Postume sono invece le sue opere più celebri, che lo consacrano come autore della Resistenza italiana: Una questione privata (1963) e Il partigiano Johnny (1968).
I temi che ricorrono nelle opere di Fenoglio sono due: il mondo delle Langhe, che è la terra nella quale egli è nato e vissuto, e la Resistenza, che ha costituito l’esperienza più importante della sua vita. Richiamato alle armi nel 1943, Fenoglio interruppe gli studi universitari e si iscrisse al corso di addestramento per allievi ufficiali. Dopo lo sbandamento seguito all’armistizio dell’8 settembre, si unì alle formazioni partigiane, prima ai comunisti della Brigata Garibaldi poi ai badogliani. Partecipò alla breve e intensa esperienza della repubblica partigiana della città di Alba che durò solo 23 giorni e, grazie alla perfetta conoscenza dell’inglese, svolse la funzione di ufficiale di collegamento con le truppe angloamericane. Questa esperienza venne trasferita nel suo romanzo più importante Il partigiano Johnny. Il mondo delle Langhe è raffigurato invece in sei dei 12 racconti della raccolta I ventitré giorni della città di Alba e nel romanzo breve La malora. Nai racconti Fenoglio presenta la vita del mondo contadino del basso Piemonte negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto. Le vicende dei personaggi, gente semplice alle prese con i problemi del lavoro e della famiglia, si svolgono in un mondo povero e a volte duro, ancorato a un sistema di valori che fatica ad accettare il nuovo che avanza. Nel romanzo breve La malora, ambientato anch’esso nella campagna piemontese, i personaggi sono perseguitati dalla malasorte, la malora appunto. La povertà e l’aridità della terra li costringono a un’esistenza fatta di stenti e di ingiustizie sociali che impediscono loro di migliorare la propria condizione. Uomini e donne sono sfruttati fino all’esaurimento e accettano fatalisticamente la rigida gerarchia sociale e l’utilitarismo che governa non solo la vita economica e sociale ma anche i rapporti umani. Quando infatti il protagonista sembra aver intravisto nell’amore per una giovane serva uno spiraglio di speranza, la ragazza viene costretta dalla famiglia a un matrimonio d’interesse.
Per raccontare la durezza della vita partigiana, di contadini e soldati, Fenoglio sperimenta una lingua ricca di invenzioni lessicali: in essa coesistono termini colti, strutture sintattiche complesse, incursioni dialettali e parole straniere. Nelle sue opere, e in particolare nel celebre romanzo Il partigiano Johnny, Fenoglio imprime alla narrazione un taglio duro e antiretorico. Il linguaggio è caratterizzato da un insolito e originale mistilinguismo che mescola italiano e inglese - un inglese molto particolare che è stato scherzosamente definito feninglese, ovvero “inglese di Fenoglio” - e accosta parole della lingua quotidiana ad altre coniate dall’autore, forme rare, neologismi ricalcati sull’inglese. Questa lingua particolarissima e non sempre di facile comprensione è il mezzo di cui lo scrittore si serve per esprimere l’assurdità e l’orrore della guerra in sé che è una condizione incompatibile con la normalità.
La Resistenza è il tema centrale del romanzo Il partigiano Johnny che racconta l’esperienza di guerra del giovane protagonista nel quale si riconosce la figura dell’autore. L’opera, rimasta incompiuta, è stata pubblicata nel 1968 senza la revisione dell’autore. La guerra partigiana è vissuta dolorosamente da Johnny il quale, pur partecipando con i suoi compagni ad azioni militari che ritiene giuste in quanto finalizzate a sconfiggere le forze nazifasciste e a riconquistare la libertà, non riesce a provare gioia per lo scampato pericolo, perché si rende conto che una battaglia vittoriosa non dà euforia ma dolore e che la guerra, pur giustificata e necessaria sul piano ideologico, porta inevitabilmente alla morte di tutti e alla sopraffazione dei più deboli da parte dei più forti. Infatti dopo la momentanea conquista della città di Alba, i partigiani subiranno la controffensiva delle forze nazifasciste che provocherà lo sbandamento e la morte di moltissimi giovani. Johnny comprende anche che in una guerra moderna sono tutti egualmente sconfitti sia i vinti sia i vincitori e che la guerra è comunque il male assoluto.
Una questione privata è un romanzo breve pubblicato postumo nel 1963. In esso si intrecciano la guerra e l’amore. Ne sono protagonisti tre giovani, Milton, Giorgio e Fulvia. Milton prima dell’inizio della guerra partigiana conosce Fulvia che i genitori hanno mandato in una villa nelle Langhe per metterla al sicuro. Milton e il suo amico Giorgio trascorrono spesso le serate in casa della giovane e ballano sulle note di una canzone americana Over the rainbow. Milton si innamora di Fulvia la quale gli fa capire che il suo sentimento non è ricambiato. Alcuni mesi dopo il loro ultimo incontro Milton torna nella villa ormai deserta e ne attraversa le stanze ricordando il passato. Parlando con la custode apprende che mentre lui era sulle montagne Fulvia si incontrava con Giorgio. Profondamente colpito da questa notizia, si mette alla ricerca di Giorgio per conoscere da lui la verità. A questo punto il tema dell’amore lascia il posto a quello della guerra: Milton apprende che Giorgio è stato probabilmente rapito dai fascisti e cerca di catturare un soldato fascista per tentare lo scambio con l’amico. Il soldato tenta di fuggire e viene ucciso da Milton. Per vendetta i fascisti giustiziano alcuni ragazzi che avevano catturato e lo stesso Milton dopo una fuga avventurosa crolla a terra probabilmente ferito a morte.