Consumo consapevole, consumo sostenibile

Il 15 marzo si celebra la Giornata mondiale dei diritti dei consumatori, una ricorrenza che mette al centro una categoria di cui tutti e tutte noi facciamo parte. Quali sono i diritti ad oggi riconosciuti a chi acquista? Quali azioni possiamo mettere in atto per un consumo più consapevole e, di conseguenza, più sostenibile? Atlas propone una lezione digitale con spunti e attività per sensibilizzare studentesse e studenti sul tema, e fornire loro gli strumenti per un consumo responsabile.

 

Consumatori e consumatrici al centro di un mondo che cambia

La Giornata mondiale dei diritti dei consumatori è stata istituita nel 1983 dalle Nazioni Unite per ribadire l’importanza della tutela di consumatori e consumatrici, ma anche per aumentare la consapevolezza di chi acquista. La data del 15 marzo non è casuale: era infatti il 15 marzo 1962 quando il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy parlò per la prima volta dei diritti fondamentali dei consumatori: «Quando al consumatore viene proposto un prodotto non di qualità, quando i prezzi sono esagerati, i farmaci non sono sicuri o utili, quando il consumatore non è in grado di decidere sulla base di una corretta informazione, allora i suoi dollari diventano avariati, la sua salute e la sua sicurezza sono minacciati, l’interesse nazionale ne risente».

Dal 1962 a oggi molto è cambiato: consumatori e consumatrici hanno acquisito diritti, riconosciuti per legge, fondamentali per la loro tutela. Inoltre, oggi più che mai, chi consuma non si limita a fruire in maniera passiva prodotti e servizi: tutti noi, con le nostre azioni quotidiane e le nostre abitudini d’acquisto, siamo infatti protagonisti capaci di cambiare il mondo attraverso scelte consapevoli e sostenibili, che vadano a tutela della nostra salute e di quella del pianeta.


Strumenti per un consumo consapevole: leggere le etichette

Il primo passo per un consumo più consapevole è diventare consumatrici e consumatori informati. La principale fonte di informazioni relative a un determinato prodotto è l'etichetta, sulla quale sono riportati composizione, caratteristiche, corretto uso, avvertenze e durata. La lettura delle etichette è un passaggio fondamentale che andrebbe effettuato prima di ogni acquisto, poiché consente di rilevare la presenza di ingredienti allergizzanti e di quelli dannosi per la salute o l'ambiente (alcuni prodotti possono infatti contenere per legge ingredienti potenzialmente pericolosi o dannosi, ma entro certi limiti considerati “innocui/accettabili” secondo gli studi più recenti). Ma quanti di noi sanno leggere e interpretare correttamente le etichette? 
 Attivati: leggi la scheda di approfondimento sull'etichettatura dei prodotti alimentari. Dopodiché, apri la dispensa di casa, scegli tre diversi alimenti confezionati e per ciascuno individua tutte le informazioni obbligatorie riportate sulla confezione. 
 
 
L'indicazione degli ingredienti contenuti nel prodotto è obbligatoria non solo per gli alimenti, ma anche per i cosmetici: la denominazione internazionale utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti presenti all’interno di un prodotto cosmetico è l’INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), usata in tutti gli stati membri dell’UE e in altri Paesi come gli Stati Uniti. Come avviene per gli alimenti, anche nei cosmetici al primo posto si indica l’ingrediente contenuto in percentuale più alta, poi a seguire gli altri ingredienti, fino a quelli contenuti in percentuale più bassa. Al di sotto dell'1%, gli ingredienti possono essere indicati in ordine sparso.
 Attivati: scegli tre diversi prodotti cosmetici (saponette, shampoo, creme, ecc.) e cercane gli ingredienti sul sito dell'INCI. Per ciascuno di essi riporta quindi in una tabella la funzione principale.
➲ Guarda il video Le biomolecole nei cosmetici e rispondi: perché le molecole di collagene e acido ialuronico contenute nei prodotti cosmetici hanno un effetto superficiale e temporaneo? Pensando alle pubblicità dei prodotti cosmetici che le contengono e osservando le loro confezioni è possibile ricavare questa informazione? Cosa ne pensi?
 
 

Un passo in più. Sostenibilità e greenwashing

Hai mai sentito parlare di greenwashing? Si tratta di una pratica che consiste nell'utilizzare strategie di marketing e comunicazione per far apparire un prodotto (o un'intera azienda) sostenibile e non dannoso per l'ambiente, quando in realtà non lo è. In altre parole, il greenwashing è un tentativo di dare un'immagine "verde" a qualcosa che potrebbe non esserlo affatto, al fine di attrarre i consumatori che sono sempre più interessati a scegliere prodotti e servizi sostenibili. Per chi fa la spesa spesso è molto difficile distinguere la vera sostenibilità dalle operazioni di marketing.
La lettura delle etichette consente di "smascherare" il reale contenuto di un prodotto, andando oltre a quello che appare a prima vista dal suo packaging. Per una verifica più approfondita, consumatori e consumatrici possono poi accertarsi della veridicità della reale sostenibilità delle aziende facendo riferimento alle certificazioni ambientali, come gli standard EMAS e ISO 140001, ma anche il GRS, ovvero Global Recycled Standard per quanto riguarda chi si occupa di materiali riciclati.
 Rifletti con la classe: perché il greenwashing è una pratica pericolosa? Quali strategie si devono adottare per difendersi dal greenwashing? Quale ruolo possono avere, secondo voi, le istituzioni nazionali e internazionali? Sapreste individuare alcuni esempi di greenwashing?
 

©Atlas 2024 Materiali e attività a cura di Laura Fabris, docente e coautrice del corso Focus Vita (Biologia, Atlas 2024). Coordinamento: S. Gadda. Redazione: G. Baccanelli. Immagini: xxxPATRIK/Depositphoto; archivio Atlas