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La corsa presidenziale negli USA

La carica di Presidente degli Stati Uniti è una delle più importanti a livello globale, sia in quanto figura leader di una delle nazioni economicamente più potenti al mondo, sia per il suo ruolo di primo piano nella politica estera e nelle decisioni a livello internazionale. Ma in che modo si giunge a ricoprire questa carica?

Il sistema elettorale

Negli Stati Uniti le elezioni presidenziali si svolgono ogni 4 anni. L’elezione è indiretta, poiché il Presidente non viene eletto direttamente dai cittadini, bensì da un Collegio Elettorale composto dai grandi elettori di ciascuno Stato.
Ogni Stato ha un numero di grandi elettori pari alla somma dei suoi senatori (2 per stato) e dei suoi rappresentanti (che varia in base alla popolazione dello Stato). Ad esempio, la California, uno Stato con molti abitanti, ha più grandi elettori del Vermont, uno Stato poco popolato.
Nel Collegio Elettorale sono presenti un totale di 538 grandi elettori. Per vincere la presidenza, una candidata o un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti dei grandi elettori, ovvero almeno 270 voti.
Tutti gli Stati, ad eccezione di Nebraska e Maine, adottano un sistema chiamato winner-takes-all (‘chi vince prende tutto’): la candidata o il candidato che ottiene più voti popolari in uno Stato guadagna automaticamente tutti i grandi elettori di quello Stato.
Nebraska e Maine utilizzano invece un sistema più proporzionale, che prevede la suddivisione dei grandi elettori tra i candidati a seconda del voto popolare nei vari distretti congressuali.

Fasi del processo elettorale presidenziale

Dalla selezione dei candidati all’entrata in carica del Presidente, il processo elettorale statunitense prevede diverse fasi:

  1. primarie e caucus: i partiti politici selezionano i loro candidati attraverso un sistema di elezioni primarie (dove i cittadini votano) o caucus (incontri tra membri di partito);
  2. convenzioni di partito: i delegati scelti nelle primarie e nei caucus partecipano alle convenzioni dei partiti, dove viene ufficialmente nominato il candidato presidenziale di ciascun partito;
  3. campagna elettorale: dopo le convenzioni, i candidati dei vari partiti avviano una campagna elettorale nazionale per ottenere il sostegno degli elettori in tutto il Paese. In questo contesto si inseriscono i dibattiti presidenziali, eventi trasmessi dai canali nazionali durante i quali i candidati espongono le proprie idee e programmi e si confrontano con gli avversari. Nel corso della campagna elettorale i candidati sono poi impegnati in attività di comunicazione e pubblicità: organizzano eventi, comizi, campagne pubblicitarie, e incontri con i media per raggiungere gli elettori e promuovere la loro visione;
  4. elezioni generali: il primo martedì di novembre ogni quattro anni, i cittadini e le cittadine degli Stati Uniti votano per il Presidente. Tuttavia, come detto, non votano direttamente per il candidato ma per i grandi elettori che poi eleggeranno il Presidente;
  5. votazione del Collegio Elettorale: a dicembre, i grandi elettori si riuniscono nei rispettivi stati e votano per il Presidente e il Vicepresidente;
  6. ratifica del Congresso: i voti dei grandi elettori vengono conteggiati ufficialmente dal Congresso a gennaio, e il nuovo Presidente entra in carica il 20 gennaio.

Chi può candidarsi

La Costituzione degli Stati Uniti stabilisce tre requisiti fondamentali per candidarsi alla presidenza:

  • la candidata o il candidato deve essere cittadino per nascita degli Stati Uniti (non un cittadino naturalizzato);
  • per candidarsi è necessario avere compiuto almeno 35 anni al momento dell’assunzione della carica;
  • la candidata o il candidato deve aver vissuto negli Stati Uniti per almeno 14 anni (non necessariamente consecutivi).
La maggior parte dei candidati presidenziali è affiliata a un partito politico, anche se è possibile candidarsi come indipendente o come rappresentante di un partito minore. Negli Stati Uniti, il sistema politico è dominato da due principali partiti: il Partito Democratico, che ha per simbolo un asino e cui è associato il colore blu, e il Partito Repubblicano, che ha per simbolo un elefante e cui è associato il colore rosso. Sebbene esistano anche altri partiti minori, questi due partiti principali hanno storicamente avuto il controllo quasi esclusivo delle elezioni presidenziali, del Congresso e della maggior parte delle cariche politiche statali.