Matisse e la Cappella del Rosario a Vence
La potenza del paesaggio Mediterraneo: luce e colore
L'artista francese Henri Matisse era profondamente legato ai paesaggi del Sud della Francia, come del resto molti grandi artisti che l'avevano preceduto, da Gauguin a Van Gogh, da Cézanne a Renoir. L'amore per il paesaggio mediterraneo aveva preso forma già al tempo del suo interesse per il Puntinismo, a contatto con Paul Signac, e, proprio sulla costa meridionale, lavorando con André Derain, era nato anche il Fauvismo.
Affascinato dalla potenza della luce e dai colori del Mediterraneo, l’artista si trasferì stabilmente in Costa Azzurra a partire dal 1921: “Nizza è una decorazione, un oggetto bellissimo e fragile, dove tuttavia non si trova nessuno; è una città priva di profondità”, scriveva l’artista che proseguiva: “Io sono del Nord. Quello che mi ha fatto fermare qui, sono i grandi riflessi colorati di gennaio, la luminosità diurna. Quando ho capito che ogni mattina avrei potuto rivedere questa luce, non riuscivo a crede-re alla mia fortuna”.
Morto a Nizza nel 1954, Matisse è sepolto nel Cimitero di Cimiez, altura che domina la città e sede del museo a lui dedicato. La natura e l’esplosione di vita della Costa Azzurra è stata fonte incessante di ispirazione per l’artista, che qui ha dato origine a interi cicli creativi come quelli dedicati alla Danza, ma anche ai numerosi papiers découpés, tra cui la celebre cartella per il volume di riflessioni poetiche Jazz.
La Cappella del Rosario a Vence: un'opera immersiva
Un luogo unico e molto amato del litorale fu Vence, dove l’artista lavorò alla Cappella del Rosario delle Suore Domenicane.
Tra il 1948 e il 1951 Matisse concepisce l’intero allestimento, progettando le vetrate, l’arredo, le suppellettili e perfino i paramenti liturgici, dove si osserva la prevalenza del ritmo dei colori e un processo di sintesi ai limiti dell’astrazione.
Il piccolo edificio bianco della cappella, quasi sospeso in cielo perché abbarbicato sulla cima della collina, ha tegole azzurre e lucide, una croce alta e decorata sul colmo del tetto, all’interno vetrate nei colori complementari che fondono il blu del mare su cui si affaccia la chiesa con il colore del sole. Sulle pareti pannelli di ceramica bianca recano i profili neri, stilizzati, della Via Crucis, affiancati da una Madonna col Bambino e dalla figura di San Domenico.
Così ne parlava l’artista: “Nella cappella di Vence, che non è che l’esito delle mie ricerche precedenti, ho cercato di realizzare un equilibrio di forze: i blu, i verdi, i gialli delle vetrate compongono all’interno una luce che non è mai, per essere esatti, quella dei colori usati, ma il vivente prodotto della loro armonia e dei loro rapporti reciproci. Questo colore-luce era destinato a giocare sul campo bianco, bordato di nero, del muro di fronte alle vetrate, sul quale le linee sono volutamente distanziate. L’obiettivo principale era quello di instaurare un rapporto ponderato tra una superficie ricca di luce e colore e una parete opaca, animata soltanto da una grafica in bianco e nero”.
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