Insegnanti allo specchio, tra cinema, podcast e tv

In vista della Giornata mondiale degli insegnanti, nuove produzioni fanno riflettere su una professione dove sapere e qualità umane vanno di pari passo. Cinema e serie tv come spunto per riflettere.
 

Cosa significa insegnare e come farlo?

E quanta differenza fanno "buoni e cattivi maestri" nella vita delle persone?

Da Socrate ai grandi pensatori del Novecento, il tema ha percorso secoli, di pari passo con il nascere delle società complesse e del bisogno di socializzare e trasmettere le conoscenze. 

Come ogni grande questione che si rispetti le domande sono più delle risposte e ancora oggi, come all'epoca di Platone e dei Sofisti, ci si divide tra chi insiste sulla necessità di trasmettere conoscenze e competenze spendibili e chi pensa che il ruolo dell'insegnante sia soprattutto quello di accendere le menti e educare cittadine e cittadini consapevoli. 

Chi insegna trova ogni giorno un suo personale equilibrio, saggiando nel confronto diretto con le classi l'efficacia della propria postura.

Oggi nuove produzioni per il cinema e la tv, ma anche podcast, raccontano di quest'esperienza, intessuta di antichi valori, sperimentazioni didattiche e, di qui e di là della cattedra, emozioni profonde.

Tre consigli per riflettere e lavorare in classe. 

 

Tra Ottocento e Novecento l'Italia è stata attraversata da un forte dibattito pedagogico, consegnando alla storia figure che con i lori scritti e il loro operato hanno rivoluzionato il concetto di insegnamento. Il podcast Maestre e maestri d'Italia di Chora Media, in otto puntate e con la voce di Alessandro Banfi, permette di avvicinare il tema in modo originale. Tra le personalità trattate Maria Montessori, Gianni Rodari, Don Lorenzo Milani e Alberto Manzi. L'ambito di riferimento è la Scuola Primaria, ma i temi trattati e gli spunti concettuali travalicano il primo ciclo e stimolano interrogativi che toccano tutti gli attori della scuola. 

 

Interculturalità, didattica della lingua come L2 e metodologie attive sono al centro di Mr Bachmann e la sua classe.

Realizzato da Maria Speth e premiato alla Berlinale 2021, il docu-film segue la vita di un professore tedesco di lunga esperienza, Mr Bachmann, e della classe in cui insegna, in cui studenti e studentesse hanno origini, storie personali e anche competenze molto diverse tra loro. 

Delicato e toccante, il documentario fotografa il disagio e le conquiste di questi ragazze e ragazzi della Scuola Secondaria, che trovano nel professor Bachmann un uomo in grado di ascoltarli, di istruirli al dialogo e alla comunicazione, unendoli attraverso la musica.

 

Rita, protagonista dell'omonima serie danese prodotta da Netflix, insegna per salvare i ragazzi dai genitori. Niente di meno. 

Il tono è semiserio e il fine è l'intrattenimento, ma non mancano spunti interessanti e una certa capacità di farci da specchio, invitandoci a un po' di sana autocritica. 

Anche solo poche puntate offrono uno sguardo sul fare scuola in un Paese spesso citato come avanguardia della didattica, con peculiarità che balzano all'occhio e problemi più comuni di quanto potremmo aspettarci. Così anche temi come la sicurezza, la burocrazia e il rapporto genitori-famiglia ci fanno sentire più europei di quanto potremmo immaginarci. 

In più, la serie avvicina questioni spinose tipiche dell'adolescenza riportando in modo efficace sia il punto di vista dell'educatore sia quello dei più giovani che vivono le questioni in prima persona. 

Infine, Rita è un'insegnante e anche un genitore: e non c'è bisogno di dire che spesso non è semplice.