La Metafisica. La lezione digitale

Siamo sul finire della Prima Guerra Mondiale quando, a Ferrara, nasce il movimento artistico noto come Metafisica. I suoi protagonisti sono Giorgio de Chirico e il fratello Alberto Savinio, insieme a Carlo Carrà, Filippo de Pisis e Giorgio Morandi. L’obiettivo è quello di superare la realtà sensibile per costruire una realtà altra, fatta di visioni cariche di incongruenze, simboli e mistero.

Chiarirsi le idee. Oltre la parvenza delle cose

Un mix di suggestioni archeologiche della Grecia antica e riferimenti al Rinascimento italiano e alla poetica simbolista è ciò che caratterizza le opere metafisiche. I Metafisici giocano con decontestualizzazione e spiazzamento, per dar vita a opere sospese nel tempo ed enigmatiche, in cui la figura umana è assente se non sotto forma di manichino. La Metafisica riesce a sconcertare l’osservatore pur rimanendo nella tradizione della pittura accademica: prediligendo modelli iconografici classici e limitandosi alla tecnica dell’olio su tela.

Principale esponente della corrente metafisica è Giorgio de Chirico: nelle sue opere, l’artista italiano dipinge spazi stravaganti definiti da prospettive multiple, con punti di fuga tra loro incoerenti, in cui colloca un vasto repertorio di elementi decontestualizzati, spiazzanti e incongrui. Un tema ricorrente della sua pittura è quello dell’enigma, mentre un soggetto abituale è quello delle piazze italiane: luoghi deserti, malinconici e inquietanti dove, in un clima di indecifrabile attesa, tutto può accadere.

Anche il fratello di Giorgio si dedica all’arte, con lo pseudonimo di Alberto Savinio: le sue opere pittoriche sono caratterizzate da animali fantastici e figure deformate, estremamente sproporzionate tra loro, chiuse in ambienti in cui le coordinate spaziali vengono ribaltate.
Altra importante figura della Metafisica è quella di Carlo Carrà, la cui pittura è caratterizzata da una grande definizione delle forme e un’estrema sintesi, quasi plastica, delle immagini e si svolge quasi sempre in interni claustrofobici e affollati di oggetti.

L’emiliano Giorgio Morandi promuove un ritorno al mestiere e alla costruzione della forma. Nelle sue opere, sempre di piccole dimensioni, la figura umana non compare mai e l’attenzione è interamente rivolta all’oggetto quotidiano, che perde il proprio senso d’uso venendo ridotto alla sua forma essenziale e disposto ritmicamente in composizioni perfettamente bilanciate, giocate su un unico tema cromatico con toni bassi raramente illuminati da pennellate più chiare.

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Dentro l’opera. Giorgio de Chirico, Le muse inquietanti 

Statue-manichino si ergono immobili in una piazza deserta e silenziosa. L’atmosfera enigmatica e onirica che permea il dipinto è quella tipica della Metafisica. Ne Le muse inquietanti Giorgio de Chirico accentua il senso di isolamento e solitudine delle figure gettando su di loro una luce intensa, che proietta ombre allungate sul terreno, e utilizzando una prospettiva distorta; tutti accorgimenti che contribuiscono a conferire alla scena un aspetto teatrale e onirico.

 

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Un passo in più. Tra pittura e poesia

Alberto Savinio era un artista poliedrico che si esprimeva non solo attraverso la pittura, ma anche con la scrittura. Il suo lavoro poetico è strettamente intrecciato alle sue opere metafisiche, poiché entrambi riflettono la sua visione unica del mondo e la sua ricerca di una realtà sottostante.

Le poesie di Savinio spaziano tra temi filosofici, ricordi personali e visioni immaginarie, creando un universo poetico enigmatico e onirico tanto quanto quello delle sue opere visive. I suoi scritti spesso contengono immagini suggestive, riferimenti mitologici e associazioni simboliche; suggestioni e giochi di parole esplorano la natura ambigua e le profondità dell’esistenza umana.

Uno stretto legame tra arti figurative e poesia è riscontrabile anche in altre correnti avanguardiste: effettua una ricerca su quali altri artisti e quali movimenti hanno coniugato arte e poesia e quali corrispondenze sono emerse tra i due campi disciplinari.

 
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