Il Settecento in Italia. La lezione digitale

Il Settecento italiano fu un periodo di straordinaria creatività, in cui le arti visive riflettevano sia la ricchezza della tradizione artistica che l’innovazione emergente, plasmando così l’eredità culturale del Paese. Questo secolo, vide assieme l’epoca del Rococò e del Neoclassicismo e fu caratterizzato da un’intensa attività nelle arti visive, dalla pittura alla scultura, dall’architettura alle decorazioni di interni. La pittura di genere divenne popolare, con rappresentazioni di scene quotidiane e aspetti della vita comune; al contempo artisti come Tiepolo espressero la loro abilità attraverso affreschi sontuosi.

Chiarirsi le idee. Ariosi affreschi, dettagliate vedute e ville sontuose

Nel Settecento, l’arte in Italia si espresse in un quadro variegato di esperienze.

La pittura proseguì la tendenza realista del secolo precedente, con esiti diversi in base alle specificità regionali. Si assistette poi all’evoluzione della pittura di genere, con esponenti quali Giuseppe Maria Crespi, Giacomo Ceruti, Gaspare Traversi, Giandomenico Tiepolo e Pietro Longhi, la cui produzione fu generalmente scevra da intenzioni religiose, di polemica ideologica o da riferimenti letterari.

A incarnare lo stile grandioso, sofisticato e disinvolto settecentesco fu Giambattista Tiepolo, che contribuì alla scena pittorica con affreschi magnifici, come quelli presenti a Palazzo Labia a Venezia e a Villa Valmarana a Vicenza.  Vero interprete degli ultimi fasti dell’aristocrazia settecentesca, Tiepolo si distinse per la sua tavolozza chiara e la luminosità cristallina, con interventi pittorici che si integrano con lo spazio reale.

Altro genere caratteristico del Settecento fu il Vedutismo, una delle più originali evoluzioni della pittura di paesaggio, che ebbe tra i suoi maggiori interpreti Canaletto, Bellotto e Francesco Guardi; questi artisti furono in grado di catturare la bellezza architettonica di Venezia con vedute urbane raffigurate con precisione ottica e documentaria.

La scultura settecentesca non ha vissuto il rinnovamento stilistico che ha interessato le altre arti, ponendosi per lo più in continuità con il Barocco.

Nel panorama architettonico settecentesco emersero invece le figure di Filippo Juvarra, che a Torino realizzò considerevoli interventi che attestarono l’importanza dei Savoia presso le grandi corti d’Oltralpe (Basilica di Superga, Palazzo Madama, Palazzina di caccia di Stupinigi), e di Luigi Vanvitelli, che fece di Napoli la moderna capitale del Regno borbonico, con interventi pubblici a scala urbana e di rappresentanza, come la Reggia di Caserta.

 
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Dentro l'opera. La Reggia di Caserta

La Reggia di Caserta, uno dei capolavori architettonici del Settecento, rappresenta un simbolo imponente della grandezza artistica e culturale dell’Italia. Commissionata da Carlo III di Borbone, questo maestoso complesso, situato a Caserta, fu progettato dall’architetto Luigi Vanvitelli. Con oltre mille stanze, giardini lussureggianti e una vasta prospettiva visiva, la Reggia di Caserta fu concepita come centro delle funzioni politiche, amministrative e culturali della nuova capitale del Regno di Napoli, secondo il modello di Versailles.

Nell’imponente costruzione, Vanvitelli ha unito rigore compositivo (anticipando così la sensibilità neoclassica che prevarrà nella seconda metà del Settecento) e varietà barocca, ponendo comunque ogni soluzione al vaglio di un attento controllo progettuale. Inoltre, egli ha esteso l’intervento anche al contesto naturale circostante.

 

Guarda il video La Reggia di Caserta, poi mettiti alla prova con il test interattivo.
 Durata dell'attività: 20 minuti
 

 

 

 
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