Il Surrealismo. La lezione digitale

Coniando il termine Surrealismo André Breton, il teorico del movimento, lo definì un “automatismo psichico puro mediante il quale ci si propone di esprimere […] il funzionamento reale del pensiero”. L’obiettivo degli artisti surrealisti diviene quindi quello di riuscire a esprimere nelle opere il proprio “io” interiore come è realmente, senza l’intervento delle sovrastrutture della ragione e di tutto ciò che ci viene insegnato nel tempo a partire dalla nascita.

Chiarirsi le idee. Un'arte senza freni

Il Surrealismo nasce in ambito letterario con il Manifesto del poeta André Breton del 1924, considerato il teorico del movimento. Il termine “Surrealismo” esprime un nuovo tipo di approccio alla vita contraddistinto dalla lotta a ogni tipo di logica e dall’indagine di ciò che va oltre la realtà oggettiva e visibile.

L’inconscio diventa l’oggetto e il motore dell’espressione artistica: il sogno, l’incubo, la casualità,

l’assurdo sono trasposti sulla tela senza controllo e in maniera irrazionale, secondo i metodi dell’automatismo psichico e delle libere associazioni.
Le opere surrealiste vengono realizzate con tecniche sia tradizionali che non tradizionali come il collage, il fotomontaggio, l’assemblaggio di oggetti o la manipolazione di pellicole cinematografiche.

Tra i principali esponenti di questo movimento troviamo:

  • Max Ernst, che dopo una prima adesione al Dadaismo, si unisce al gruppo surrealista; la sua opera è caratterizzata dall’associazione inattesa di elementi disparati, per fare emergere significati erotici, magici o dissacranti.
  • Joan Miró, che attraversa una prima fase cosiddetta “particolarista”, nella quale ogni elemento è descritto con precisione calligrafica, per approdare poi a opere caratterizzate dall’accostamento apparentemente caotico di forme e segni brulicanti sulla superficie del quadro.
  • Salvador Dalí, nelle cui opere il sogno diventa protagonista in quanto, libero da freni inibitori, porta a galla desideri, ossessioni e fobie. Dalí si cimenta poi con gli objet-trouvé, oggetti comuni che, grazie alla manipolazione dell’artista, diventano completamente inutili o arrivano a contraddire in modo paradossale il loro uso consueto.
  • René Magritte, che coniuga umorismo e senso del macabro, contrapponendo il consueto e l’assurdo. Il pittore, avvalendosi di strategie ricorrenti come la decontestualizzazione e il paradosso, mira a sconvolgere l’osservatore attraverso una sottile operazione di trasformazione del reale e di distruzione del senso comune.
  • Alberto Giacometti, che nelle sue sculture rappresenta figure drammatiche, esili e corrose, espressione della fragilità dell’uomo.
 
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Dentro l'opera. René Magritte, Le passeggiate di Euclide

Giocato sul tema del “quadro nel quadro”, il dipinto Le passeggiate di Euclide di Magritte ci mostra l’interno di una stanza in cui si apre una finestra; davanti alla finestra è posto un cavalletto e su di esso una tela che riproduce fedelmente una porzione del paesaggio incorniciato dalla finestra. La coincidenza tra immagine reale e riproduzione pittorica suscita perplessità nello spettatore, che vede confondersi i piani di tridimensionale e bidimensionale.

 

Guarda il video con l'analisi dell'opera, poi mettiti alla prova con il test interattivo e con l'attività.
 Durata dell'attività: 20 minuti
 
 
 

Un passo in più. L'impossibile diventa possibile

René Magritte era affascinato dall’idea della possibile trasformazione di un comune borghese, come egli stesso si sentiva, in un personaggio libero e trasgressivo. Nell’opera Golconde del 1953 ricorre, come in altre sue tele, la figura dell’uomo con la bombetta, posto dall’artista in una situazione improbabile: al consueto si contrappone l’assurdo, lo stupefacente, l’illogico.

Clicca sul pulsante sottostante per vedere l’intervista (in Francese, sottotitolata in Italiano) all’artista, dopodiché prova a fornire una tua analisi e un’interpretazione dell’opera Golconde.

 

 
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