L’arte tra le due Guerre. La lezione digitale

Nel periodo fra le due Guerre si sperimentano nuove soluzioni espressive, tra loro contrastanti. Pur declinata diversamente in vari contesti nazionali (Francia, Germania, Italia, Stati Uniti, Messico, Unione Sovietica), si afferma una generale tendenza al Ritorno all’ordine e a nuove forme di realismo.

Chiarirsi le idee. Adesione alla realtà e alla forma

L’arte tra le due Guerre è caratterizzata dall’emergere di movimenti artistici che riflettono il clima sociale, politico ed economico di quegli anni tumultuosi. In questo periodo, gli artisti cercano di rispondere alle sfide e alle trasformazioni della società esplorando nuove forme espressive e cercando di dare un senso al mondo in rapido mutamento.

In Francia, il maestro del Fauvismo André Derain e il futurista Gino Severini sono i primi a tornare alla tradizione della pittura occidentale.

In Germania il ritorno al realismo prese il nome di Nuova Oggettività. Gli artisti che ne fanno parte usano toni crudi e taglienti per criticare la società borghese della Repubblica di Weimar: Otto Dix, George Grosz, Christian Schad e Max Beckmann ne sono i principali esponenti.

Anche in Italia il “richiamo all’ordine” riporta al recupero della tradizione dell’arte occidentale. Tra le varie correnti artistiche troviamo Novecento italiano, un gruppo di artisti molto diversi tra loro, ma accomunati da saldezza compositiva e da un certo realismo. Una parte della pittura di Novecento italiano viene presto definita Realismo magico, perché caratterizzata da una pittura nitida e solida, ma allo stesso tempo allucinata e inquietante. Contemporaneamente, si manifestarono diverse reazioni al regime fascista: la principale fu quella di “Corrente di vita giovanile”, fondata a Milano dal pittore Ernesto Treccani. Tra i pittori del gruppo si ricorda Renato Guttuso. La scultura si caratterizza per autonomia espressiva e originalità poetica; tra gli scultori più significativi di questo periodo ricordiamo Arturo Martini, Marino Marini, Giacomo Manzù e Fausto Melotti.

Negli Stati Uniti il Realismo si ispira alla rappresentazione del presente. In particolare, Edward Hopper raffigura lo spaesamento dell’uomo nei nuovi spazi urbani.

In Messico la rivoluzione politica porta il governo a investire in un’arte di impronta marcatamente politica e nazionale che si esprime attraverso l’opera di pittori artefici del Muralismo, come José Clemente Orozco e Diego Rivera. Tra i maggiori protagonisti di questa rivoluzione artistica c’è anche Frida Kahlo.

Con i primi decenni del Novecento la fotografia si afferma come mezzo autonomo di creazione artistica e diventa tra America ed Europa oggetto di sperimentazione delle Avanguardie storiche, ma anche di ricerche individuali che ne ampliano tecniche, significati e soggetti.

 

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Dentro l'opera. Marino Marini, Cavalli e cavalieri

Marino Marini è stato un importante scultore italiano del XX secolo, noto soprattutto per le sue rappresentazioni di cavalli e cavalieri. La sua produzione si caratterizza per l’esplorazione di temi universali come la relazione tra l’uomo e l’animale, nonché la dualità tra l’essere umano e la natura. Le sue sculture sono caratterizzate da una forte stilizzazione delle forme. Le figure sono semplificate e geometriche, ma allo stesso tempo trasmettono un senso di vitalità e dinamismo. I cavalli nelle opere di Marino Marini assumono un significato simbolico: rappresentano la forza, la libertà e l’energia vitale; i cavalieri, d’altro canto, incarnano il tentativo dell’essere umano di dominare e guidare questa forza.

 

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