L’Espressionismo. La lezione digitale
Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, nei Paesi dell’Europa centro-settentrionale si diffonde una tendenza artistica che nasce dall’esigenza di esprimere, attraverso la pittura, gli stati d’animo: da qui il termine Espressionismo. Nonostante l’omogeneità di esperienze, declinate in maniera diversa a seconda del luogo, i diversi gruppi espressionisti europei condividono alcuni punti comuni, che costituiscono l’estetica dell’Espressionismo.
Chiarirsi le idee. L’espressione dell’interiorità
L’Espressionismo è un movimento artistico che si sviluppa a partire da Francia, Germania e Austria tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX.
Benché l’Espressionismo non sia stato un movimento unitario identificato da un quadro teorico condiviso, alcuni tratti accomunano le diverse esperienze europee:
- il rifiuto dell’idea del bello di stampo classicista;
- l’interesse per l’arte primitiva, l’arte gotica e l’arte popolare;
- la liberazione della forza del colore;
- la distorsione e l’esagerazione delle forme;
- il rifiuto della prospettiva.
In Francia, gli artisti che seguono questa tendenza, tra cui Henri Matisse, André Derain e Raoul Dufy, vengono chiamati Fauves (‘Le Belve’). Le opere dei Fauves si caratterizzano per l’uso audace e non convenzionale del colore, spesso applicato in modo piatto e senza sfumature, come mostrano alcune delle opere più celebri di Matisse (La stanza rossa, 1908; La danza, 1910).
In Germania si afferma il gruppo Die Brücke (‘Il Ponte’), fondato a Dresda da Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel e Karl Schmidt-Rottluff. Caratteristica comune agli Espressionisti tedeschi è l’aggressività figurativa e morale, l’uso violento del colore, l’emotività esasperata e il desiderio di provocazione e di polemica sociale. Kirchner in particolare è noto per le sue pennellate nervose e per le sue rappresentazioni di figure dalla forma distorta, che riflettono l’ansia e la disillusione da lui percepita nei confronti della società moderna.
In Austria l’Espressionismo si sviluppa con l’opera di artisti che non erano in relazione diretta tra loro: Egon Schiele e Oskar Kokoschka. Schiele è conosciuto per i suoi ritratti e autoritratti intensi e provocatori, disegni dal vero di corpi nudi e distorti, che trasmettono emozioni viscerali. Nei suoi ritratti e autoritratti, Kokoschka esplora invece la psicologia umana e il lato oscuro dell’esistenza.
Gli stimoli dell’Espressionismo vengono recepiti e tradotti da diversi architetti in edifici multiformi, concepiti come opere d’arte uniche e irripetibili. Il loro obiettivo è quello di superare un metodo di progettazione basato su geometrie rigide, classicismo e funzionalità, sfruttando invece la plasticità del cemento armato e creando forme totalmente nuove che introducono il senso del movimento.
Dentro l’opera. Henri Matisse, La danza e La musica
Tra i più grandi innovatori del linguaggio pittorico, Henri Matisse è l’artista che meglio incarna l’idea di “follia dei colori” che caratterizza il gruppo dei Fauves. Alcune delle sue opere più celebri sono conservate presso il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, in Russia; tra queste, due opere dai colori violenti, La danza e La musica (1910), con figure umane dai corpi rosso-arancio che si stagliano su sfondi verdi e blu. Il primo raffigura un girotondo vorticoso in cui sono impegnate cinque figure nude. La passione per la danza di Matisse lo ha portato a collaborare con importanti coreografi dell’epoca, come Serge Diaghilev, fondatore dei Balletti Russi. I due hanno lavorato insieme alla produzione di spettacoli di danza innovativi, combinando le loro rispettive arti per creare un’esperienza sinestetica unica.
Un passo in più. Autoritratto espressionista
Gli autoritratti espressionisti sono caratterizzati da un’intensa esplorazione delle emozioni e delle esperienze interiori dell’artista, in cui il senso di angoscia, tensione e dissonanza emotiva traspare dai tratti decisi, dalla distorsione delle forme e dai colori violenti. Gli Espressionisti cercavano così di cogliere e comunicare la propria interiorità in modo diretto e crudo, attraverso la loro stessa immagine.
È quanto fa, ad esempio, Henri Matisse nell’Autoritratto in giacca verde (1905), dove pennellate audaci e vibranti creano un effetto di tensione e di energia emotiva. Anche i membri del gruppo Die Brücke hanno prodotto numerosi autoritratti espressionisti. Kirchner è autore dell’Autoritratto con modello (1910), in cui l’artista si ritrae in uno stato di tensione, con linee angolari e colori vivaci che esprimono una sorta di sconvolgimento interiore.
Negli autoritratti di Egon Schiele si percepisce la propensione individualistica dell’autore che lo porta a una continua ricerca sul proprio vissuto interiore, dando vita a opere di grande intensità emotiva, come l’Autoritratto con braccio attorno alla testa (1910) e l’Autoritratto con mantella gialla (1914). Anche la produzione di Kokoschka è ricca di autoritratti, distanti dalla verosimiglianza e rivolti piuttosto alla rappresentazione dello stato d’animo del soggetto.
Dopo aver cercato in Rete e osservato le immagini di quanti più esempi possibili di autoritratti espressionisti mettiti alla prova anche tu realizzando il tuo autoritratto: così come hanno fatto gli Espressionisti, non concentrarti sulla somiglianza, ma sull’espressione della tua interiorità, dei tuoi sentimenti e delle tue passioni.