Le poetiche postmoderne. La lezione digitale
Tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’90, l’arte occidentale abbandona le tensioni utopiche del Modernismo per abbracciare una pluralità di linguaggi, forme e tecniche. Le nuove poetiche postmoderne rifiutano ogni rigidità ideologica, celebrano il frammento, il ritorno alla pittura, il radicamento territoriale, ma anche l’ironia, la citazione, l’ambiguità. Dalla Transavanguardia italiana al Neoespressionismo tedesco, dal Graffitismo urbano alla scultura oggettuale americana, gli artisti postmoderni indagano l’identità, il consumo, la memoria e il corpo, restituendo un’immagine molteplice e inquieta della contemporaneità.
Chiarirsi le idee. Alle porte del nuovo Millennio
Il periodo compreso tra gli anni ’80 e la fine del Novecento segna una frattura con i grandi racconti dell’arte novecentesca. L’avanguardia come “progresso lineare” viene superata da una sensibilità che privilegia la citazione, il ritorno alla figurazione, la libertà tecnica e linguistica. In questo clima emergono diverse tendenze:
- la Transavanguardia, teorizzata da Achille Bonito Oliva, propone il superamento dell’ideologia e un ritorno al “piacere del dipingere”, recuperando memorie locali, linguaggi storici e contaminazioni simboliche;
- il Neoespressionismo tedesco riattualizza i linguaggi della prima metà del Novecento (Nolde, Kirchner, Dix), affrontando i drammi della Germania postbellica e l’identità ferita dell’Europa;
- il Graffitismo e la Street Art nascono nei ghetti americani come forme di protesta giovanile e si trasformano in linguaggi artistici urbani, tra denuncia e comunicazione visiva;
- la scultura oggettuale americana esplora l’immaginario del consumo e della pubblicità, criticando la società dell’immagine attraverso la manipolazione di oggetti familiari e seducenti.
L’arte postmoderna è ibrida, stratificata, ambigua, e riflette un’epoca caratterizzata da pluralismo culturale, nuove tecnologie e crisi delle ideologie.
La Street Art nasce tra gli anni Settanta e Ottanta come forma espressiva spontanea, pubblica e non autorizzata. Inizialmente confusa o sovrapposta al Graffitismo (legato alla cultura hip-hop dei ghetti statunitensi) evolve in un linguaggio visivo autonomo, capace di coniugare arte, attivismo e comunicazione di massa.
Se il graffito tradizionale (tag, lettering, writing) è un marchio personale, spesso criptico, destinato a una comunità chiusa, la Street Art punta invece a parlare a tutti: si appropria dello spazio urbano per intervenire sul tessuto sociale e architettonico con immagini immediate, ironiche, critiche. Muri, ponti, saracinesche, cartelli stradali diventano tele a cielo aperto, in un rapporto diretto e “democratico” con il pubblico.
Tra i protagonisti internazionali di questa nuova scena la figura di Banksy ha avuto l’impatto più profondo, trasformando la Street Art in un linguaggio globale. Banksy è un artista britannico la cui identità rimane tuttora sconosciuta. Appare sulla scena a Bristol negli anni ’90 con stencil provocatori che mescolano immagini iconiche, animali, bambini e simboli di guerra o consumo. Il suo stile, semplice e diretto, si ispira alla grafica pubblicitaria e alla propaganda, ma capovolge i messaggi: l’innocenza infantile viene contrapposta alla violenza, la poesia urbana si fonde con l’ironia tagliente, la tenerezza con il sarcasmo.
Banksy è uno street artist, ma anche un autore concettuale: ogni suo intervento è una riflessione critica sulla società contemporanea. Temi ricorrenti delle sue opere sono il controllo sociale, il capitalismo e consumismo, la guerra, i diritti umani e l'ambiente.
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Un passo in più. L'arte sui muri della mia città
Utilizzando Google Maps o un’app come Google Street View, cerca esempi di street art nella tua città. Se possibile, fotografa dal vivo una o più opere, quindi descrivile rispondendo alle seguenti domande:
- Dove si trova?
- Cosa rappresenta?
- Che tipo di messaggio comunica?
- È firmata?
A gruppi: confrontando le opere individuate, ciascun gruppo crea una mappa condivisa con 5 tappe per un “urban art tour” nella propria città o quartiere.
©Atlas 2025 | Materiali e attività a cura di Martina Degl'Innocenti e Giulia Baccanelli. Contenuti didattici abbinati ai corsi Il segno dell'arte e Il segno dell'arte Edizione Smart.