Ma come ti vesti? Attività operative

Segui il filo

Le nostre scelte sull’abbigliamento influiscono sulla sostenibilità e la legalità del settore della moda.
  • Prova a girare a rovescio un tuo capo e osservare la cucitura: dove le estremità del filo sono tagliate puoi riconoscere la traccia del lavoro fatto dalle persone che hanno confezionato l’abito.
  • Ora guarda l’etichetta: oltre al nome del marchio, puoi trovare molte informazioni sul Paese in cui il tuo abito è stato cucito e sui materiali utilizzati, per esempio cotone o poliestere. Cerca di capire se si tratta di una fibra naturale o artificiale, organica oppure prodotta con procedimenti chimici da materiali di origine fossile.
Esempi di etichette di indumenti.
Carolyn Jenkins/Alamy Photo Stock; Clare Gainey/Alamy Photo Stock; Monika Wisniewska/Alamy Photo Stock.
  • Cerca informazioni sul marchio: tramite specifiche app o sui siti internet delle aziende di moda puoi trovare informazioni relative alla sostenibilità ambientale e in alcuni casi agli equi salari dei lavoratori della loro filiera.
Tuttavia c’è ancora molto da fare per raggiungere la totale trasparenza sulla produzione dei vestiti. Per ora sull’etichetta, salvo rarissimi casi, non troverai ad esempio informazioni sulla provenienza della materia prima, dove la fibra è stata filata, dove il filo è stato tessuto, dove è stato tinto e stampato. Non troverai informazioni sulle tinture, le cerniere, i bottoni, le decorazioni. Essere curiosi di rispondere a queste domande è il primo passo verso un cambiamento nell’industria del fashion: ognuno di noi può giocare un ruolo.
  • Prova a rinvenire informazioni su eventuali iniziative da parte dell’Unione Europea relative all’ambito della produzione e dell’importazione di materiali tessili e capi di abbigliamento.
 

“Vestirsi è facile”

Copertina di un magazine dedicato alla moda, donna di spalle con vestito largo.
Un capo di abbigliamento del progetto Vestirsi è facile riprodotto
sulla copertina di un magazine dedicato alla moda.
Copertina: “Dressing is Easy”, Archizoom Associati (1973), July 2018.
Secondo la Direttiva sui rifiuti approvata dal Parlamento europeo nel 2018 i Paesi dell’UE saranno obbligati a provvedere alla raccolta differenziata dei tessili entro il 2025. La nuova strategia della Commissione Europea comprende anche misure volte a sostenere materiali e processi di produzione circolari, privilegiando produzioni locali o artigianali, e ad aiutare i consumatori a scegliere prodotti tessili sostenibili.
Ma si possono disegnare abiti senza sprecare nemmeno un centimetro di stoffa?
Archizoom (Dario Bartolini, Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganello, Lucia Morozzi Bartolini e Massimo Morozzi), un collettivo di “architetti radicali” fiorentini degli anni Settanta, ha messo a punto il progetto Vestirsi è facile (Dressing is Easy), un sistema di Dressing Design basato sulla forma del quadrato, che con tagli, pieghe e semplici cuciture permette di passare dalla pezza di stoffa agli indumenti finiti, ottenendo abiti autoprodotti, genderless, senza taglie e senza scarti.
  • Nella tua zona si producono abiti? Informati e cerca di capire se nel tuo territorio ci sono produzioni locali attente all’impatto ambientale e sociale della loro produzione.
  • Conosci artisti tessili, designer, sarti, artigiani o operai tessili? Confrontarsi con una persona che lavora in questo settore può migliorare la consapevolezza della filiera, portando a maggiore attenzione e rispetto nei confronti degli abiti che scegli di indossare.
 
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