Quando l'arte è bottino di guerra. Attività operative

Alla ricerca di centomila capolavori trafugati

Pittore romano, Ritratto di giovane uomo (copia da Raffaello), 1550 ca. Olio su tela, 77x62 cm. Bergamo, Accademia Carrara. L’opera originale risultava ancora esistente nel 1945.
Secondo le stime, delle 600 mila opere d’arte trafugate dai Tedeschi tra il 1933 e il 1945, circa 100 mila sono ancora disperse. Di alcune sappiamo con certezza che sono andate distrutte durante le operazioni belliche (è il caso, ad esempio, dell’Educazione di Pan di Luca Signorelli, perduta con altre 416 opere nel 1945, nell’incendio della Flakturm Friedrichshain di Berlino), di altre, il numero più consistente, non si hanno notizie certe (come per il Ritratto di giovane di Raffaello prelevato dal Museo Czartoryski di Cracovia, di cui è nota una copia del XVI secolo conservata presso l’Accademia Carrara di Bergamo); altre emergono in gallerie e collezioni museali o vengono battute all’asta: si tratta dei casi più complessi dal punto di vista legale, in quanto non sempre sono ufficializzate le prove dell’espropriazione, o perché le acquisizioni risultano avvenute legalmente, o ancora perché si rivendica la destinazione pubblica delle opere.
In Italia sono i carabinieri del nucleo Tutela del Patrimonio Culturale a occuparsi della ricerca delle opere trafugate, con un risultato di più di 500 opere ritrovate ad oggi, anche se per molte è ancora in atto una contesa legale con l’istituzione che ne rivendica la proprietà.
  • Individua una serie di opere trafugate o acquisite illecitamente dai nazisti, quindi ricostruiscine la storia (come e quando sono giunte nelle collezione da cui sono state prelevate, in quali circostanze e per volontà di chi è avvenuta la requisizione, quali eventuali tracce sono rinvenibili in momenti successivi); quindi segui le attività di ricerca da parte degli organi preposti.
  • Nel 2011 viene scoperta a Monaco di Baviera una collezione di 1400 opere appartenute a Hildebrand Gurlitt, storico dell’arte collaboratore di Joseph Goebbels, prelevate dai musei tedeschi per essere vendute all’estero in quanto espressione di “arte degenerata”. Approfondisci la vicenda per ricostruirne lo svolgimento, dal prelievo iniziale sino alle procedure di restituzione.

Rotondi, Siviero, Lavagnino e gli altri

Oltre a Pasquale Rotondi, altre personalità hanno agito in prima linea per salvare il patrimonio culturale italiano negli anni della guerra: tra questi il funzionario ministeriale Emilio Lavagnino e lo storico dell’arte e agente segreto Rodolfo Siviero.
 Sulla base delle indicazioni bibliografiche date, e attraverso ricerche condotte in biblioteca o sul web, svolgi un approfondimento che metta in luce le personalità qui citate o altre che potrai incontrare nel corso del tuo studio. Data la vastità dell’argomento, suggeriamo di dividere la classe in gruppi e di organizzare collettivamente il lavoro. Esponete poi i contenuti raccolti, accompagnandoli con un’adeguata selezione di immagini.
1. Pasquale Rotondi, Memoria. La Rocca di Sassocorvaro, rifugio di opere d’arte, in Roma cinquant’anni dopo, a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Sassocorvaro (Pesaro e Urbino), 1991.
2. Francesca Bottari, Rodolfo Siviero. Avventure e recuperi del più grande agente segreto dell’arte, Castelvecchi, Roma 2016.
3. Luca Scarlini, Siviero contro Hitler. La battaglia per l’arte, Skira, Milano 2014.
4. Alessandra Lavagnino, Un inverno 1943-1944, Sellerio editore, Palermo 2006.

 


Il recupero del patrimonio architettonico dopo la Seconda Guerra Mondiale

Chiesa di Santa Chiara a Napoli. I lavori per la ricostruzione del tetto secondo il disegno originario a capriate. Dal volume 1950. La ricostruzione del patrimonio artistico italiano, pubblicato nel 1950 a cura del Ministero della Pubblica Istruzione.
Sono moltissimi le città e i centri della penisola che hanno subito distruzioni o gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale. Impossibile fornire un elenco, sia pure di massima: da Pompei a Montecassino, Roma, Napoli, Pisa, Firenze, Padova, Torino, Genova, per citare alcune tra le maggiori città. Vennero messi in atto in tempi molto brevi interventi di ripristino, consolidamento e cura, talvolta di ricostruzione.
Verifica se la tua città, o un centro vicino, ha subito incursioni aeree durante il conflitto; se sì, ricostruisci gli eventi, i tempi e le modalità di riedificazione (di consolidamento, di reintegrazione, di ricomposizione), quali i soggetti coinvolti, l’eventuale presenza di opere figurative (affreschi, stucchi ecc.) e di arredi.