Il Rinascimento a Padova. La lezione digitale

Padova, città che fin dal Duecento era sede di una delle università più prestigiose d’Europa, è anche il primo centro del Nord Italia ad aprirsi all’Umanesimo e alle novità artistiche del Rinascimento. Presso la bottega padovana di Francesco Squarcione si forma Andrea Mantegna.

 

 
Chiarirsi le idee. Padova e il mondo classico.
 
La città vantava una lunga tradizione di studi scientifici e filologici e, dal Trecento, contatti significativi con la cultura artistica toscana. Uno dei maggiori protagonisti del Rinascimento a Padova fu Andrea Mantegna. Le citazioni di architetture classiche presenti nelle sue opere si accordano con lo specifico interesse filologico per l’Antichità greco romana proprio dell’ambiente padovano.
 
Fai il punto sul Rinascimento a Padova con  la presentazione multimediale. 
A che punto sei? Mettiti alla prova con il test interattivo.   Durata del test: 10 minuti
Per l'insegnante: è possibile modificare il Modulo e condividerlo nelle proprie Classroom. Clicca qui per prelevare il Modulo e copiarlo nel tuo Drive >> 
 
 

Dentro l'opera. La Camera degli Sposi di Andrea Mantegna.

 

La Camera degli sposi è un affresco di Andrea Mantegna, situato nel castello di San Giorgio a Mantova. Rappresenta uno dei capolavori della pittura rinascimentale italiana ed è composta da un ciclo di dipinti che illustrano la vita di Ludovico Gonzaga, signore di Mantova, e della sua famiglia. Una delle parti più celebri è il soffitto, in cui Mantegna ha creato un'illusione di spazio tridimensionale, dipingendo una serie di figure in prospettiva, che sembrano interagire con lo spettatore.

 
Alla luce delle conoscenze acquisite, osserva con attenzione l’immagine a 360° della Camera degli Sposi di Andrea Mantegna, poi mettiti alla prova con il test interattivo.
☉ Durata dell'attività: 20 minuti
 
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Dentro l'opera. Il Cristo morto nel sepolcro e tre dolenti di Mantegna.

 

Il Cristo morto è una delle opere più note e apprezzate di Mantegna. Dipinta tra il 1483 e il 1485, e oggi conservata nella Pinacoteca di Brera a Milano, rappresenta il massimo della sperimentazione sui corpi visti di scorcio al quale il pittore giungerà nel corso della propria produzione artistica.

 
Segui l’analisi dedicata al Cristo morto , poi mettiti alla prova con il test interattivo.
☉ Durata dell'attività: 20 minuti
 
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Un passo in più. Pittura e cinema.
 

Un regista, un critico d’arte, due pittori: Pier Paolo Pasolini, Roberto Longhi, Andrea Mantegna, Orazio Borgianni.

Cominciamo da Pasolini e dal suo film Mamma Roma del 1962. Nella parte finale del film, alla scena 50 della sceneggiatura si legge: “Cella di segregazione – Interno. Giorno. Ettore è immobile, sopra il tavolaccio, stretto dalle inutili cinghie. Non si muove, non parla, non respira. La luce del sole ha invaso l’orribile cella.” Lo sventurato figlio della protagonista (la prostituta Mamma Roma, interpretata da Anna Magnani) muore così, e la macchina da presa inquadra la scena dalla parte dei piedi con uno scorcio prospettico di forte intensità nel quale si è vista la citazione di un’opera pittorica.

Veniamo a Roberto Longhi (1890-1970), critico e storico dell’arte di cui Pasolini fu studente all’Università di Bologna, estimatore della pittura di Orazio Borgianni (1578-1616) per il quale dichiarò una personale predilezione. Borgianni intorno al 1615 dipinse in due versioni il Compianto sul Cristo morto, caratterizzate dall’ardito scorcio prospettico che aveva fatto la sua prima apparizione nel 1483 con il celebre Cristo di scurto di Andrea Mantegna. A quale dipinto si ispirò Pasolini?

 

  • Organizza una ricerca sulla citazione pittorica contenuta nelle riprese finali di Mamma Roma e proponila all’attenzione della classe mediante una presentazione multimediale che integri fonti iconografiche (fotogrammi dell’opera cinematografica, riproduzioni fotografiche di opere pittoriche) e contenuti testuali.
 
 
 
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