Il Rinascimento a Venezia. La lezione digitale
La città lagunare, tradizionalmente aperta all’influenza bizantina, nel corso del XV secolo si espande verso la terraferma; si avviano così contatti artistici con l’area padovana e lombarda, che trovano espressione nell’opera di Giovanni Bellini. Un’originale vena narrativa emerge nei teleri di Vittore Carpaccio.
Dentro l'opera. La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli di Pietro Lombardo.
Santa Maria dei Miracoli è una chiesa di Venezia, situata nel sestiere di Cannaregio. È uno dei migliori esempi di architettura rinascimentale della città, celebre per la sua facciata in marmo policromo che costituisce un modello di scultura architettonica. La sua costruzione, avvenuta tra il 1481 e il 1489, fu finanziata dalla Confraternita della Beata Vergine del Rosario, una istituzione religiosa che aveva il compito di assistere i poveri e di curare i malati.
Le Storie di Sant'Orsola di Vittore Carpaccio sono una serie di dipinti a olio su tela che illustrano la leggenda della martire cristiana Orsola, che con lo sposo e i compagni di viaggio fu uccisa dai barbari durante il ritorno da un pellegrinaggio a Roma. Il ciclo di dipinti è composto da nove teleri, realizzati tra il 1490 e il 1495, collocati in origine presso la Scuola di Sant'Orsola, una delle istituzioni veneziane più importanti dell’epoca.
La Pietà dipinta da Giovanni Bellini intorno al 1460 e conservata presso la Pinacoteca di Brera a Milano è considerata una delle opere pittoriche più commoventi. D’altra parte, che proprio questo fosse l’intento dell’autore lo testimonia il testo latino del cartiglio dipinto nella parte inferiore, secondo cui l’opera stessa pare capace di piangere lacrime.
Il sito della Pinacoteca offre la possibilità di visionare il dipinto in alta risoluzione e di apprezzarne così i minimi curatissimi dettagli. La scheda che accompagna l’opera, oltre a fornire i dati tecnici e le coordinate interpretative, propone un commento firmato dalla scrittrice inglese Sarah Dunant sotto il titolo “Didascalia d’autore”:
Maria sorregge il corpo martoriato di Cristo con la stessa tenerezza con cui lo cullava da bambino. La scena è intrisa di dolore: il calore delle mano dei vivi contrasta con il pallore della morte e il gemito di Giovanni, che voltandosi sottolinea il dolore. Ma la scena mette in evidenza anche il legame tra madre e figlio. La vicinanza dei volti, naso contro naso, bocca vicina alla bocca dell’altro, rivela una straordinaria somiglianza fisica e fa sì che questo atto estremo di maternità sia insieme umano e divino.
- Torna ad osservare con sguardo attento e partecipe la Pietà di Bellini e infine scrivi la tua “Didascalia d’autore”.