Gli studi sull’architettura e sulla città. La lezione digitale
L’architettura del Quattrocento rinnova il proprio linguaggio mettendosi al servizio della grande committenza borghese e signorile. La figura dell’architetto assume i caratteri dell’intellettuale che progetta gli edifici in base a principi razionali, affidando ad altri la conduzione del cantiere e la realizzazione. Esemplare in tal senso è l’opera teorica e progettuale di Leon Battista Alberti.
Dentro l'opera. La Chiesa di Sant’Andrea di Leon Battista Alberti
La Chiesa di Sant’Andrea a Mantova, progettata da Leon Battista Alberti, è un’opera fondamentale perché in essa si realizzano le idee principali dall’architetto. Malgrado le modifiche apportate dai costruttori al disegno originale e nonostante la pesante decorazione, l’edificio esprime la grandiosa concezione albertiana che rievoca in modo rinascimentale l’antica basilica civile romana.
Un passo in più. Le misteriose “città ideali”
Tra le opere emblematiche del Rinascimento, di quello straordinario amalgama di amore per il classico, razionalità geometrica e spirito di innovazione, vi sono senz’altro le vedute di città ideali. Se ne contano tre, di autore sconosciuto o incerto, denominate in genere con il nome del luogo di conservazione: Urbino, Berlino e Baltimora. Si tratta di tavole prospettiche raffiguranti piazze ed edifici urbani, antichi e moderni, minuziosamente riprodotti in ogni dettaglio architettonico, immersi nell’atmosfera silenziosa e solenne della pura ragione.
La recente scoperta (1992), al di sotto della superficie pittorica della tavola di Urbino, di un completo disegno architettonico, capace di descrivere con accuratezza e precisione estreme ogni dettaglio degli edifici, ha portato a riconoscere la mano di Leon Battista Alberti. L’architetto avrebbe dunque realizzato il disegno come opera compiuta e autosufficiente, ben altro che un semplice preparatorio; un pittore ne avrebbe successivamente realizzato la colorazione.
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