L’arte carolingia e ottoniana. La lezione digitale
Con l’Impero carolingio, per la prima volta dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente larga parte dei territori europei si ritrova sotto un’unica amministrazione politica. Alla morte di Carlo Magno (814) e poi del figlio Ludovico il Pio (840), i territori vengono divisi tra gli eredi, perdendo la loro unità fino a che il re germanico Ottone I, con l’incoronazione a imperatore del Sacro Romano Impero nel 926, torna a controllare buona parte dell’Europa centrale. I regnanti carolingi e ottoniani perseguono una politica culturale di continuità con l’antica Roma, affidando la divulgazione della cultura a monasteri e corti. Dal punto di vista artistico si assiste al recupero della classicità e allo sviluppo di arti minori come l’oreficeria e la miniatura. È l’epoca delle grandi basiliche, dei mosaici e delle decorazioni in oro.
Chiarirsi le idee. Tra rinnovamento culturale e recupero della classicità
L’arte carolingia, sviluppatasi durante il regno di Carlo Magno e dei suoi successori tra l’VIII e il IX secolo, rappresenta un periodo artistico caratterizzato da una combinazione di influenze classiche, bizantine e germaniche. In questo periodo, l’architettura ha prodotto opere di grande rilievo, come la Cappella Palatina di Aquisgrana e la Chiesa di Santo Stefano a Corvey che presentano caratteristiche distintive come il westwerk, una struttura massiccia inquadrata da due torri simmetriche, divenuto un elemento iconico dell’architettura carolingia.
Le arti figurative sono caratterizzate dalla produzione di mosaici, che sostituiscono gradualmente la tecnica dell’affresco. Splendidi cicli musivi trovano posto nei catini absidali: ne sono un esempio notevole quelli realizzati per la Basilica di Santa Prassede a Roma. I mosaici della chiesa rappresentano scene bibliche con un grande dettaglio e vividezza, riflettendo l’influenza bizantina e il desiderio di esprimere la fede attraverso l’arte sacra.
Nell’arte carolingia trovano grande spazio anche le tecniche della miniatura e dell’intaglio dell’avorio: all’interno della vasta produzuione ricordiamo l’Evangeliario di Lorsch, un manoscritto miniato che esprime tutta la maestria degli artisti carolingi nel lavorare su piccole scale.
Esempio emblematico della scultura e dell’oreficeria carolingia è invece l’Altare d'Oro di Sant'Ambrogio di Volvinio, conservato nella basilica milanese di Sant'Ambrogio. Le ricche decorazioni di quest’opera testimoniano la preziosità attribuita agli oggetti liturgici.
La dinastia sassone degli Ottoni si afferma a partire dal X secolo. Anche in età ottoniana l’aristocrazia e gli imperatori investirono nell’attività edilizia, con la costruzione di maestose chiese e abbazie, come ad esempio la Chiesa di San Michele a Hildesheim. Le arti figurative assunsero in questo periodo caratteri spiccatamente aristocratici, distinguendosi per una particolare attenzione ai modi bizantini.
Dentro l'opera. Basilica di Santa Prassede
I mosaici presbiteriali nella Basilica di Santa Prassede a Roma costituiscono un esempio significativo dell’arte del IX secolo, fondendo elementi stilistici bizantini, come l’uso del dorato e la frontalità delle figure, e innovazioni artistiche tipiche del periodo carolingio, come la resa più naturalistica delle figure umane e l’uso di sfondi architettonici. Nella navata centrale della chiesa, il presbiterio è decorato in tutte le sue parti, dall’arco trionfale a quello absidale, culminando nel catino. Le preziose pietre vitree, che donano ai mosaici un intenso cromatismo, e l’impiego di maestranze altamente qualificate hanno consentito la realizzazione di maestose decorazioni.