L’architettura dopo il Duemila. La lezione digitale
Nel nuovo millennio l’architettura si muove in direzioni molteplici e spesso divergenti. Le sfide della globalizzazione, l’impatto crescente delle tecnologie digitali e i cambiamenti climatici spingono architetti e urbanisti a ripensare profondamente forme, funzioni e significati dello spazio costruito. Emergono soluzioni ardite e spettacolari, firmate da “archistar” capaci di trasformare edifici in simboli planetari; ma si sviluppano anche progetti orientati alla sostenibilità, alla flessibilità, alla partecipazione collettiva. Tra grattacieli hi-tech, città diffuse, eco-quartieri e architetture temporanee, si delinea un’epoca di sperimentazione continua, in cui la progettazione cerca di rispondere ai bisogni reali e simbolici della società contemporanea.
Chiarirsi le idee. Un'architettura che guarda al futuro
L’architettura dopo il 2000 si inserisce in un contesto storico radicalmente mutato: la fine del secolo precedente è segnata da eventi epocali (caduta del Muro di Berlino, dissoluzione dell’URSS, strage di Tienanmen) che ridefiniscono gli equilibri politici globali. In parallelo, l’avvento della digitalizzazione, l’espansione della Rete Web e il fenomeno della mobilità planetaria modificano la percezione dello spazio e del tempo.
In questo scenario:
- emergono nuove tipologie urbane, come le smart cities e le città diffuse;
- si affermano soluzioni architettoniche sostenibili, modulari, partecipate;
- cresce il ruolo simbolico dell’architettura in eventi ad alto impatto mediatico, come le Olimpiadi o le Esposizioni Universali;
- la figura dell’architetto si trasforma in brand, e la firma dell’autore garantisce visibilità, attrazione e valore economico.
Al contempo, si sperimentano materiali riciclati, sistemi energetici innovativi, forme fluide e dinamiche rese possibili dalla progettazione digitale, in un dialogo costante tra tecnologia e creatività.
Dentro l'opera. Nido d’uccello, Beijing National Stadium
Realizzato nel 2008 per ospitare i giochi della XXIX Olimpiade, il Beijing National Stadium, meglio noto come Nido d’uccello, è uno degli edifici più iconici dell’architettura contemporanea. Il soprannome nasce dalla sua straordinaria struttura a traliccio intrecciato, che evoca la forma organica e fragile di un nido, ma a scala monumentale. Progettato dagli architetti svizzeri Jacques Herzog & Pierre de Meuron con il contributo dell'artista dissidente Ai Weiwei, il Nido d’uccello rappresenta molto più di una struttura sportiva: è il simbolo del nuovo ruolo globale della Cina, decisa a presentarsi al mondo come potenza economica, culturale e tecnologica. Ma al contempo è anche un'architettura mediatica, pensata per essere riconoscibile in ogni parte del pianeta e fotografata da ogni angolazione.
Il reticolo esterno, apparentemente caotico, è in realtà un complesso incastro di elementi in acciaio che rispondono a esigenze statiche e visive. L’intreccio crea una pelle continua e scenografica, che protegge e avvolge la vera struttura portante interna. L’alternanza tra pieni e vuoti genera una trama vibrante, quasi naturale, che conferisce leggerezza a una massa architettonica imponente. L’interno ospita fino a 90.000 spettatori, con soluzioni distribuitive pensate per garantire visibilità, accessibilità e sicurezza.
Il progetto riflette la tensione tra tradizione e modernità:
- il nido è simbolo di protezione, nascita, identità;
- allo stesso tempo, la sua scala monumentale lo rende manifesto del potere e del progresso.
La partecipazione di Ai Weiwei, noto per le sue posizioni critiche verso il regime cinese, ha aggiunto uno strato di ambiguità politica: l’artista si è poi dissociato dalla strumentalizzazione del progetto da parte dello Stato, denunciandone l’uso propagandistico.
Dopo aver analizzato l'opera presentata, cerca e osserva le immagini di altri progetti a firma Jacques Herzog & Pierre de Meuron. Esplora poi le opere di Renzo Piano, Massimiliano e Doriana Fuksas, Alvaro Siza e Jean Nouvel. Prova quindi a rispondere alle seguenti domande, argomentando le tue risposte:
- Che tipo di architettura vorresti vedere nel futuro della tua città?
- A quale degli artisti sopra citati affideresti il progetto?
- Di quali aspetti dovrebbe assolutamente tenere conto l'architettura del futuro?
©Atlas 2025 | Materiali e attività a cura di Martina Degl'Innocenti e Giulia Baccanelli. Contenuti didattici abbinati ai corsi Il segno dell'arte e Il segno dell'arte Edizione Smart.