Il patrimonio: una straordinaria eredità. Attività operative

La genesi dell’articolo 9 della Costituzione italiana

La Costituzione Italiana è stata approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata il 27 dicembre dello stesso anno; è entrata in vigore il 1º gennaio 1948. I lavori avevano avuto inizio il 25 giugno 1946, data di insediamento dell’Assemblea Costituente: la definizione dei 139 articoli, di cui i primi 12 enunciano i princìpi fondamentali della Repubblica Italiana, ha avuto un iter di un anno e mezzo, durante il quale i relatori e il Parlamento hanno apportato modifiche, specificazioni, aggiunte ed elisioni al testo, attribuendo a ogni termine un valore e un significato.
Riportiamo i principali passaggi che hanno portato alla formulazione definitiva dell’art. 9:
  • 29 ottobre 1946, prima Sottocommissione per la Costituzione:
    Lo Stato deve diffondere con ogni mezzo la cultura popolare e professionale e favorire in tal senso le private iniziative.
  • 30 ottobre 1946, prima Sottocommissione della Commissione per la Costituzione:
    I monumenti storici, artistici e naturali, a chiunque appartengano ed in qualsiasi parte del territorio della Repubblica, sono sotto la protezione dello Stato.
  • 30 aprile 1947, Assemblea Costituente:
    Il patrimonio artistico e storico della Nazione è sotto la tutela della Repubblica. Compete allo Stato anche la tutela del paesaggio.
    La Repubblica promuove la ricerca scientifica e la sperimentazione tecnica e ne incoraggia lo sviluppo.
  • 20 dicembre 1947, testo coordinato dal Comitato di redazione prima della votazione finale in Assemblea:
    La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca tecnica.
  • Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
➲ Confronta le diverse stesure del testo dell’articolo 9 ed evidenzia quali sono, a tuo avviso, i cambiamenti più significativi via via apportati. Soffermati sul significato delle parole, sulla costruzione delle frasi, sulla eventuale priorità data loro nelle diverse formulazioni. Quali concetti sono emersi nella stesura finale che non erano presenti nella prima formulazione?
➲ Dopo aver svolto queste riflessioni singolarmente aprite un confronto all’interno della classe.

2022: l’integrazione all’articolo 9 a tutela dell’ambiente

Abbiamo già visto che nel 2022 l’articolo 9 della Costituzione italiana si è arricchito di un’importante integrazione. Ecco la trascrizione del testo completo:
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica [cfr. artt. 33, 34]. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
Appare evidente che lo Stato Italiano si fa carico dell’impegno di affrontare la principale emergenza del mondo contemporaneo, quella relativa all’ambiente e al clima, ponendolo come principio fondamentale che regola i doveri dello Stato e dei cittadini.

Analizza con attenzione le parole utilizzate nell’integrazione del 2022: il testo è estremamente sintetico e proprio per questo motivo ogni termine è particolarmente rilevante e ha precisi significati.
Dopo aver svolto queste riflessioni singolarmente aprite un confronto all’interno della classe.

Gli artisti per la sostenibilità ambientale

La recente integrazione all’articolo 9 della Costituzione italiana mostra come il concetto di “patrimonio” sia sempre più legato a quello di “eredità” per le generazioni future, e come l’impegno a preservare le testimonianze di cultura e di civiltà non possa essere scisso dall’impegno a difendere e conservare l’equilibrio dell’ambiente.
Christo e Jeanne-Claude, Wrapped Coast. Little Bay, Sydney (Australia), 1969. La baia è stata rivestita per due settimane con 90 000 metri quadrati di tessuto plastico e 56 km di fune, per 2 chilometri di costa. © Robert Gray/Alamy Photo Stock via IPA Agency
Nel settembre del 2015, a conclusione di uno storico summit delle Nazioni Unite, è stata approvata l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, adottata dai capi di Stato e di Governo di 193 Paesi. Si tratta di un progetto condiviso a livello globale, da perseguire attraverso precise scadenze intermedie e traguardi da raggiungere entro il 2030. Per giungere a tali obiettivi è indispensabile che tutte le componenti della società si assumano le proprie responsabilità e si impegnino nella loro attuazione per quanto di loro competenza: dai comuni cittadini ai vertici degli Stati, dalle componenti della società civile — le università, le scuole —, alle comunità locali.
Il concetto di “sostenibilità” si è fatto strada progressivamente dalla fine del XX secolo, inteso come “modello di sviluppo capace di soddisfare i bisogni del presente, senza compromettere le capacità delle generazioni future di soddisfare i propri” (Our Common Future, Commissione Ambiente e Sviluppo ONU, 1987). Già dalla metà degli anni Sessanta, tuttavia, è emersa l’attenzione del mondo dell’arte per i temi ambientali, con opere di pionieri come gli americani Alan Sonfist, Helen Mayer e Newton Harrison, e poi degli artisti della Land Art: negli Stati Uniti, Michael Heizer sposta tonnellate di rocce, Walter De Maria cattura l’energia dei fulmini e Robert Smithson scolpisce la terra; in Europa, Yves Klein dipinge il cielo con gli eventi atmosferici e Nicolás García Uriburu ridisegna l’acqua. Per questi artisti, l’intervento sulla natura ha lo scopo di attivare la presa di coscienza delle conseguenze dell’azione dell’uomo sull’ordine naturale.
Il rapporto degli artisti con il tema ambientale si è arricchito di esperienze diverse, realizzate su piccola scala o alla scala del territorio, all’interno di spazi espositivi o nel paesaggio, come interventi effimeri o permanenti, affidati ai processi imprevedibili di trasformazione determinati da eventi naturali o dall’azione dell’uomo: Earth Art, Environmental Art, Ecovention, sono alcune delle denominazioni che oggi identificano l’azione di artisti impegnati sul tema ambientale.
➲ Sviluppa un approfondimento su uno degli artisti citati o su artisti contemporanei che affrontino il tema del rapporto tra uomo e territorio, della sostenibilità ambientale, dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale, dell’inquinamento, del rispetto degli ecosistemi.
Tra le numerose pubblicazioni e i documenti disponibili in rete proponiamo, a titolo esemplificativo, il film documentario Earth/Art, prodotto da Rai Cultura in concomitanza con la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2019. Troverai la testimonianza di artisti di diverse generazioni, come Olafur Eliasson, Christo, Michelangelo Pistoletto, muralisti come Pejac e Iena Cruz, designer come Alper Dostal, Studio Roosegaarde e Accurat.
A sinistra: Wolfgang Laib installa del polline di api all’Art Gallery of New South Wales, Sydney, 2005.
A destra: Olafur Eliasson, Ice Watch, installazione realizzata in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite COP21 di Parigi sui cambiamenti climatici, 2015. Blocchi di ghiaccio artico sono stati collocati a Parigi, a Copenaghen e a Londra, sciogliendosi nel tempo in cui si è svolto l’evento. © Photo by Fairfax Media via Getty Images/
Fairfax Media via Getty Images via Getty Images

© Realy Easy Star/Toni Spagone/Alamy Photo 
via IPA Agnecy; Courtesy Google maps; 
© Luca Antonio Lorenzelli/Alamy Photo 
via IPA Agnecy; © VvoeVale/iStock; 
© V&A Images/London.

Individuare le categorie del patrimonio culturale

Nel 2004 è entrato in vigore il Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. Lgs. 42/2004), che ha raccolto le disposizioni in materia e regola la tutela del nostro patrimonio storico-artistico e paesaggistico. Ad esso facciamo riferimento per individuare più in dettaglio le principali categorie di riferimento.
Sono beni culturali (art. 10):
  • i beni storico-artistici;
  • i beni archeologici;
  • i beni etnoantropologici (inerenti le società e le culture tradizionali,
  • la preistoria e le civiltà primitive);
  • le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi;
  • i beni architettonici;
  • i beni archivistici e librari (raccolte librarie, archivi e i singoli documenti dello Stato o di enti pubblici);
  • le ville, i parchi e i giardini di interesse artistico o storico;
  • gli spazi urbani di interesse artistico o storico (vie, piazze, o altri spazi pubblici);
  • i siti minerari di interesse storico o etnoantropologico;
  • le tipologie di architettura rurale aventi interesse come testimonianze dell’economia rurale tradizionale.
Sono beni paesaggistici (artt. 134 e 136) “gli immobili e le aree costituenti espressione dei valori storici, culturali, naturali, morfologici ed estetici del territorio”. Nello specifico:
  • le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica, ivi compresi gli alberi monumentali;
  • le ville, i parchi e i giardini di interesse artistico o storico;
  • i borghi, i centri e i nuclei storici aventi valore estetico e tradizionale;
  • le bellezze panoramiche “considerate come quadri”, e i belvedere dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.
In realtà il concetto di paesaggio è piuttosto difficile da circoscrivere, tanto che uno stesso tipo di bene può ricadere nella categoria “culturale” o “paesaggistico”, in base alle sue caratteristiche specifiche (ad esempio le ville e i giardini o alcune tipologie di centri abitati).
Identifica la categoria di bene culturale in cui rientrano a tuo avviso le opere o i siti proposti nelle immagini a lato, motivando la tua scelta.

Patrimoni locali

Ogni territorio — città, quartiere, borgo — possiede presenze architettoniche, storico-artistiche o ambientali rilevanti (può trattarsi di un edificio monumentale, di un singolo manufatto artistico, di un’epigrafe, di un frammento ecc.).
Individua nella realtà in cui vivi alcune testimonianze che consideri di valore artistico, o significative della storia e dell’identità del luogo. Completa una scheda di catalogazione che consenta di raccogliere in modo sintetico i dati utili per identificare l’opera; in base al tipo di bene analizzato (opera pittorica, architettonica, libraria, manufatto d’uso, ecc.) dovrai elaborare un modello diverso di scheda. Il lavoro può essere svolto in gruppo.
Ti suggeriamo alcune delle informazioni che dovrai raccogliere:
  • ambito territoriale/collocazione;
  • categoria di riferimento (sulla base della classificazione contenuta nel Codice dei beni culturali e del paesaggio);
  • datazione;
  • autore;
  • committenza (cioè da chi è stata richiesta la realizzazione dell’opera);
  • tecniche e materiali;
  • funzione;
  • stato di conservazione;
  • eventuali interventi di restauro.

Quali siti possono essere candidati alla Lista del Patrimonio mondiale?

Dopo che un Paese ha fatto richiesta per inserire un proprio sito nella Lista del Patrimonio mondiale, prende avvio un rigoroso processo di valutazione, al quale collaborano, oltre che i rappresentanti del Comitato, anche membri del settore ed esperti scientifici. Per essere inclusi nella lista i siti devono avere valori di universalità, unicità e insostituibilità e devono soddisfare almeno uno dei criteri forniti dalle Linee guida operative per l’attuazione della Convenzione del Patrimonio mondiale. Il documento è stato predisposto nel 1977 e viene periodicamente aggiornato.
A seguito di una ricerca nell’ambito territoriale a te vicino, individua un sito che ritieni presenti alcune caratteristiche per essere candidato alla Lista del Patrimonio mondiale.
Nel sito dell’UNESCO trovi i dieci criteri di selezione, che valgono sia per i beni culturali sia per quelli ambientali; nella stessa pagina trovi anche l’elenco dei siti italiani patrimonio mondiale e informazioni sull’iter di candidatura.

Studiare i siti del Patrimonio mondiale in pericolo

La Danger List dell’UNESCO comprende i siti per i quali esiste un riconosciuto pericolo e che necessitano di un’attenzione e di prassi di tutela mirate.
A settembre 2022 risultano iscritti a questa lista 52 siti (naturali, culturali e misti).
Scegli uno dei siti della Danger List dell’UNESCO: nel link indicato potrai trovare mappe interattive e altre informazioni utili per approfondire le minacce che gravano sui siti inseriti nell’elenco.
Svolgi quindi un approfondimento che affronti i seguenti punti:
1. caratteristiche storiche, ambientali e culturali del sito;
2. anno di riconoscimento come Patrimonio mondiale e anno di inserimento nella Lista del Patrimonio mondiale in pericolo;
3. criteri UNESCO per i quali il sito è stato riconosciuto Patrimonio mondiale;
4. motivazioni del suo inserimento nella Lista del Patrimonio mondiale in pericolo.
A destra: Gerusalemme è considerata città santa da ebrei, cristiani e musulmani; la Città Vecchia e le sue mura sono state riconosciute Patrimonio dell’umanità nel 1981 e immediatamente inserite nella Lista del Patrimonio mondiale in pericolo, nel 1982. 
A sinistra: La Città Vecchia di Sana'a, capitale dello Yemen, è stata riconosciuta Patrimonio dell’umanità nel 1986 e inserita nella Lista del Patrimonio mondiale in pericolo nel 2015, anno di inizio della guerra civile, ancora in corso. ©Anton_Ivanov/Shuttesrtock
 
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