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Approfondimenti
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1921: la violenza diffusa sconvolge la vita civile
Nel brano riportato (tratto dalle lezioni che Gaetano Salvemini, esule negli Stati Uniti, tenne all’Università di Harvard) lo storico e uomo politico italiano rievoca alcuni episodi accaduti a Firenze nei primi mesi del 1921. Essi testimoniano il clima di tensione e di violenza diffusa che caratterizzò l’avvento del Fascismo.
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Europa come idea, Europa come progetto
Vengono proposti due estratti. Nel primo il filosofo Giovanni Reale cerca una risposta nelle radici storiche e culturali dell’Europa su cosa sia ora l’Unione europea e quale sia la sua identità. Nel secondo lo storico francese Jacques Le Goff, in uno scritto della metà degli anni Novanta, quando l’Europa unita era già una realtà concreta, si rivolge direttamente ai giovani e ai ragazzi riguardo alle caratteristiche che dovrà avere l'Europa futura.
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Giovanni XXIII
Il pontificato di Giovanni XXIII (1958-1963), il papa che seppe interpretare l’esigenza di rinnovamento della Chiesa e diede al pontificato uno stile semplice e pacato che lo rese sempre più popolare.
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Gli immigrati in Italia
Presenza, distribuzione, origine e inserimento nell'economia nazionale degli immigrati in Italia.
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Gli orrori della guerra civile spagnola
Durante la guerra civile spagnola violenze, massacri, eccidi feroci furono commessi da entrambe le parti, sia nelle zone rimaste nelle mani del governo repubblicano, sia in quelle controllate dalle milizie franchiste (denominate nel documento “i ribelli”).
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I partigiani
Lo scrittore, giornalista e storico Giorgio Bocca, che militò nelle brigate Giustizia e Libertà del Piemonte, nel volume “Una Repubblica partigiana. Ossola 10 settembre-23 ottobre 1944” ha descritto gli ideali, gli obiettivi, i sentimenti, i metodi di lotta dei partigiani della Val d’Ossola, una delle repubbliche partigiane sorte nell’Italia settentrionale. Ecco come racconta una delle ultime battaglie prima della capitolazione di questa repubblica.
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Il regolamento di una formazione partigiana
Vengono riportati alcuni punti del Regolamento della "53a Brigata Garibaldi - 13 Martiri di Lovere", formazione partigiana attiva nel bergamasco.
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Il testamento di Bucharin, vittima delle purghe staliniane
Nikolaj I. Bucharin (1888-1938) fu uno dei protagonisti della storia politica sovietica. Accusato di “deviazionismo di destra”, cadde vittima delle purghe staliniane e fu giustiziato nel 1938. Pochi giorni prima di essere arrestato e ucciso, affidò ad una lettera (imparata a memoria dalla moglie e pubblicata solo nel 1987) la protesta della sua innocenza e la fiducia nella futura riabilitazione di sé e di tutti coloro che erano caduti vittime dell’“infernale macchina” poliziesca di Stalin.
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Il trattato di Maastricht
Nella premessa generale del Trattato di Maastricht, pubblicato il 3 novembre 1992, ci sono tutti gli obiettivi a cui mira il grande organismo politico e culturale dell’Unione europea.
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La propaganda della Guerra nella Germania nazista
Hitler e le principali personalità politiche e militari del Nazismo indottrinarono il popolo tedesco attraverso una propaganda sistematica e di grande intensità, indirizzando verso i nemici interni (gli ebrei e gli oppositori del regime) e quelli esterni (le potenze europee che, con il Trattato di Versailles, avevano messo in ginocchio la Germania) i sentimenti di rivalsa della popolazione. Per Hitler la guerra ormai si prospettava come l’unica soluzione: era solo una questione di tempo.
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La repubblica spagnola e la guerra civile
Viene proposto un estratto in cui lo storico e ispanista americano Gabriel Jackson analizza le premesse storiche e sociali che portarono al fallimento della Repubblica spagnola, provocando la guerra civile.
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Le ragioni della vittoria di Stalin
Riportiamo un brano tratto da un’opera di Lev Trotzkij ("In che modo Stalin ha sconfitto l’opposizione?" 1935) nella quale l’uomo politico russo analizza le cause che portarono all’affermazione di Stalin e della classe dirigente che ne appoggiò ed attuò la politica, tradendo lo spirito della rivoluzione.
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L'emigrante
Nei due brevi estratti di questi argomenti si parla della vita di un emigrante del Sud Italia nella fredda e industrializzata Torino e dell'aumento di bambini extracomunitari nella scuola italiana nei primi anni dopo il 2000.
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L'Europa prima e dopo la Prima Guerra Mondiale
Due carte illustrano la situazione politica dell’Europa prima e dopo la Prima Guerra Mondiale. Dal loro confronto, si rileva chiaramente come la Grande Guerra stravolse l’assetto politico dell’Europa.
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L'Europa vista dall'Africa: testimonianza di una immigrata
Maria de Lourdes Jesus, una ragazza emigrata in Italia dalle isole di Capo Verde, racconta la sua esperienza: dal mito dell’Europa che l’ha spinta ad abbandonare la sua terra all’impatto con la realtà triste e drammatica delle contraddizioni economiche, del rifiuto, dello stereotipo che prevale nel giudizio comune e che impedisce l’integrazione e la collaborazione tra culture diverse.
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Manifesto degli scienziati razzisti
Questo manifesto, pubblicato il 14 luglio 1938 su Il Giornale d’Italia, portava la firma di importanti studiosi, nessuno dei quali, tranne Guido Landra, era stato consultato prima della pubblicazione. Il testo era stato in realtà preparato da Landra, un assistente dell’università di Roma, su indicazioni di Mussolini. Il Manifesto riconosce il concetto di razza e afferma l’esistenza di una “razza italiana”, gettando le basi per le leggi razziali fasciste che entrarono in vigore pochi mesi dopo.
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Mao Xedong
Insieme a Lenin e a Stalin e forse ancora più di loro Mao Xedong è stato per decenni una figura quasi mitica del comunismo internazionale, esaltata anche in Occidente. In realtà, la politica del “grande timoniere” ha creato soltanto un regime totalitario giustificato con princìpi elaborati dal marxismo-leninismo e con iniziative politiche ed economiche fallimentari.
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Rivoluzione e terrore secondo Lenin
Nelle parole di Lenin, il padre della Rivoluzione bolscevica, è possibile cogliere il terribile germe della spietatezza nei confronti di quanti possono ostacolare l’attuazione del progetto rivoluzionario e la conseguente costruzione di un’immagine disumana del nemico (in questo caso i kulaki, ricchi contadini proprietari di vasti terreni), tale da giustificarne il totale annientamento.
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