Percorso interattivo su Chandra Livia Candiani

In un’epoca in cui la comunicazione è veloce e frenetica, in cui la nostra attenzione è costantemente distratta da qualcosa di nuovo da consumare in fretta, pochissimi poeti o poetesse riescono a raggiungere il grande pubblico: una di queste è sicuramente Chandra Livia Candiani.

Attraverso versi limpidi, in cui trovano espressione saggezza e ingenuità, profondità e leggerezza, Candiani accoglie nella sua poetica il dolore e lo usa come leva per sollevare l’essere umano verso una dimensione che unisce esperienze e spiritualità, in una sintesi dai toni caldi, semplici e accoglienti.
Personalità e opere in un percorso interattivo con testi e attività. 
 
 
Il Percorso interattivo d'autore  presenta la personalità e l’opera di Candiani e ci guida tra le sue poesie; tra i materiali video, presentazioni interattive, test e letture guidate dei seguenti testi: Tutte le cose hanno un battito, Nel mondo ci sono i suoni, Non voglio imparare a non aver paura, voglio imparare a tremare.
La proposta è abbinata a Tutti i sogni del mondo e Liberi sogni, le nuove antologie di Enrico Galiano per il Biennio della Scuola Secondaria di Secondo Grado.
 
Chandra Livia Candiani: la vita e le opere

Nata a Milano nel 1952, Chandra Livia Candiani ha vissuto un’infanzia segnata da episodi drammatici. Questo aspetto della sua biografia influenzerà anche la futura autrice di poesie: un’autrice che indagherà le radici del dolore e saprà guardare la nostra società nei suoi aspetti silenziosamente violenti.

L’incontro con la poesia avviene a dieci anni, in seguito alla morte del padre e, come lei stessa ha dichiarato, tutta la sua poesia ha a che fare la morte, intesa come sparizione, domanda, mistero. A trent’anni, arriva il viaggio che le cambierà la vita: l’India, dove la poetessa scopre il buddismo e la meditazione, pratiche di vita che rivoluzioneranno non solo la sua esistenza ma anche il suo modo di pensare la poesia.

Proprio in seguito a quel primo viaggio nasce l’idea di cambiare il suo nome – in origine solo Livia – in Chandra, che in sanscrito significa “Luna”. L’incontro col buddismo segna anche un cambiamento radicale nel suo modo di scrivere: risalendo al significato profondo della parola poesia (derivata indirettamente dal verbo greco poiéo, che significa “faccio”), ora la scrittura diventa vera e propria pratica, esattamente come la meditazione. Una pratica di scavo, di gratitudine, di cura, di vuoto attorno alle parole, di ricerca dell’essenzialità. Fare poesia allora diventa un fare che abita il silenzio ed evoca il sacro.

Piano piano le opere di Candiani cominciano a farsi notare: arrivano premi prestigiosi come il Premio Montale nel 2001 e poi la pubblicazione di alcune raccolte che sono considerate già dei classici della poesia italiana contemporanea: La bambina pugile ovvero la precisione dell’amore (2014), Fatti vivo (2017), La domanda della sete (2020).

 Enrico Galiano ci conduce tra i versi più celebri di Candiani, alla scoperta di una poetica caratterizzata da grande intimità e forte spiritualità. Guarda il video e fai il punto con il test interattivo.

 
 
 

 

➲ Nel video di presentazione, la poesia Non voglio imparare a non avere paura, voglio imparare a tremare viene definita da Enrico Galiano una “poesia fiaccola”, ovvero un componimento che, proprio come la fiaccola olimpica, passa di mano in mano, come un testimone, in modo che ognuno possa continuarla e farla propria. Partecipa anche tu, componendo una poesia in prosa in cui racconti che cosa non vuoi, e che cosa, invece, vuoi.

 

Al lavoro sul testo poetico
Chandra Livia Candiani, Tutte le cose hanno un battito (da Fatti vivo, 2017)

Tutte le cose hanno un battito è una poesia che parla di... tutto, e niente in particolare. È una riflessione, ma anche un appello; è una richiesta, ma anche qualcosa di simile a una preghiera.

Candiani si mette in ascolto della vita: non solo della sua, cui anzi pone una domanda che rimane sospesa e che chiude la poesia, ma dell’esistenza di tutte e tutti, anche degli oggetti inanimati. È così che percepisce “il battito” di tutte le cose.

➲ Leggi il testo della poesia, dopodiché immagina di poter dar voce a un oggetto inanimato a tua scelta: descrivi, utilizzando la prima persona, la sua vita, le sue emozioni, il suo "battito".

 
 
Al lavoro sul testo poetico
Chandra Livia Candiani, Nel mondo ci sono suoni (da La bambina pugile ovvero la precisione dell'amore, 2014)

L'incipit di questa poesia rimanda a un'idea di spaesamento, di disorientamento: "L'universo non ha un centro". In questo contesto di instabilità, vorticoso movimento, la poetessa individua nell'abbraccio un punto di riferimento, un luogo in cui tornare. Condizione necessaria a raggiungere questa condizione, a "ritrovarsi" con sé e con l'altro, è il "disarmo", il lasciarsi andare alla propria vulnerabilità. 

➲ Leggi il testo, dopodiché rifletti sulla condizione di "disarmo" evocata dalla poetessa: ti è mai capitato, nella tua vita, di trovarti disarmato/a di fronte a qualcosa o qualcuno?
 
Al lavoro sul testo
Chandra Livia Candiani, Non voglio imparare a non aver paura, voglio imparare a tremare (da Il silenzio è cosa viva, 2018)

Il testo Non voglio imparare a non aver paura, voglio imparare a tremare è una dichiarazione d'intenti da parte della poetessa, che in un elenco in prosa scandito da coppie di non voglio/voglio mette nero su bianco ciò che vuole ottenere attraverso un profondo lavoro su se stessa.   

➲ Leggi il testo e svolgi le attività proposte.