La scultura tra XII e XIII secolo. La lezione digitale

Nel XII e XIII secolo, l’Europa fu testimone di un fervore artistico che si rifletteva anche nella scultura, con un rinnovamento di stili e tecniche. La scultura romanica, con le sue forme stilizzate e simboliche, lasciò il posto a opere in stile gotico, contraddistinte da un maggiore naturalismo e da una crescente attenzione ai dettagli anatomici e al realismo emotivo. La scultura gotica, spesso integrata nelle cattedrali e nei portali delle chiese, divenne ben presto un potente strumento di narrazione visiva.

Chiarirsi le idee. Il primato della scultura

In Età gotica la scultura acquisì un ruolo di protagonista all’interno dei grandi complessi monumentali, assumendo un linguaggio dotato di un’enorme forza espressiva. Tra gli artisti si accentuò una tendenza alla sperimentazione, specialmente nell’uso dell’altorilievo e delle statue a tuttotondo, che permise di esplorare come mai prima di allora la tridimensionalità delle forme.

L’eleganza delle opere era spesso accentuata dalla verticalità delle figure, una caratteristica distintiva di questo periodo. Questo tratto stilistico è riconoscibile in opere come il Portale dei Re a Chartres, dove una serie di statue-colonna si ergono nella forte strombatura dei tre portali.

Protagonista, in Italia, del passaggio dalla sensibilità romanica a quella gotica fu Benedetto Antelami (1150 ca.-1230 ca.), che operò in molte aree dell’Italia settentrionale. Notevole fu la sua attività a Parma, di cui è emblematica la decorazione dei Portali del Battistero.

In Italia meridionale, alla corte di Federico II si assistette al recupero dell’arte classica e a una tendenza al naturalismo figurativo.

Tra i principali scultori italiani dell’epoca vanno poi ricordati Nicola Pisano (1225 ca.-1278/1284) e il figlio Giovanni Pisano (1248 ca. – dopo il 1314), autori di opere magistrali quali il Pulpito del Battistero di Pisa, il Pulpito del Duomo di Siena e le statue dedicate alla figura della Vergine con Gesù Bambino.

Altro importante architetto-scultore fu Arnolfo di Cambio (1245 ca. – 1301/1302), che lavorò a grandi commissioni pubbliche, dal Duomo di Firenze a Palazzo Vecchio, ai lavori presso la corte angioina.

 
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Dentro l’opera. Nicola e Giovanni Pisano, Fontana Maggiore di Perugia

La Fontana Maggiore a Perugia, opera dei maestri Nicola e Giovanni Pisano, si erge nel cuore di Perugia, nella piazza principale e si distingue per la sua complessità artistica, con un intricato insieme di bassorilievi e statue a tuttotondo che narrano storie mitologiche, scene bibliche e simboli allegorici. Nicola e Giovanni Pisano, noti per la loro influenza nella scultura gotica italiana, conferirono alla Fontana Maggiore un’eleganza straordinaria attraverso la loro abilità nel plasmare le forme umane e rendere vibranti le espressioni dei personaggi rappresentati.

La fontana, con le sue vasche poligonali sovrapposte e le figure scolpite che si alternano in un racconto visivo, diventa un vero e proprio poema in pietra che celebra la conoscenza, la virtù e la giustizia. La maestria di Nicola e Giovanni Pisano è evidente nelle dettagliate rappresentazioni di creature mitologiche, scene storiche e simboli allegorici. L’opera va oltre la funzione pratica della fontana, diventando un autentico capolavoro di arte pubblica.

 
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